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Focus: il marmo
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“Da Incalmi, tutto diventa uno.” È il primo punto del nostro manifesto, e descrive il processo sperimentale che ci porta alla combinazione di materiali diversi. La caratteristica primaria dei nostri oggetti è infatti quella di essere multimateriale. Usiamo vetro, metalli, marmo, legno, rattan, pelle – i materiali della tradizione artigianale italiana, che rileggiamo alla luce di un’estetica contemporanea. In questa serie di articoli, li esploriamo uno a uno. Dopo i metalli, ecco il marmo.

Perché il marmo?

Il marmo altro non è che una roccia calcarea, il cui colore e aspetto dipendono dalla presenza di elementi come quarzo, grafite, ferro e altri ossidi. Esistono marmi monocromi o policromi, che in base alla distribuzione del colore si definiscono venati, listati, screziati, fioriti o dendritici. Il marmo è un materiale dalla durabilità eccezionale, come dimostrano monumenti e opere d’arte ancora perfetti a qualche secolo, o millennio, di distanza dalla loro creazione. Nonostante la sua robustezza, è un materiale poroso, e dunque lavorabile. Se levigato, diventa molto luminoso, perché la sua superficie riflette la luce.
Incalmi e il marmo

Sebbene sia diffuso in tutto il mondo, il marmo italiano ha una storia prestigiosa. Il classico marmo italiano è quello delle Alpi Apuane, che ha preso il nome di marmo di Carrara. Ma l’Italia è anche la patria di alcune delle più alte espressioni artistiche legate al marmo – basti pensare alle sculture di Michelangelo o di Antonio Canova. Uno dei principali distretti italiani per l’estrazione e la lavorazione delle pietre naturali si trova in Veneto, tra le zone veronesi della Valpolicella, Lessinia e Valpantena e quelle delle valli vicentine del Chiampo, dell’Agno, del Basso Vicentino e di Asiago, territori molto vicini geograficamente a Incalmi.

Il nostro approccio alla lavorazione del marmo

Ci siamo avvicinati alla lavorazione del marmo come a quella di tutti gli altri materiali con cui lavoriamo: con l’idea di mettere alla prova il materiale, poco importa se attraverso la strada più complessa. Insieme al nostro partner, un importante laboratorio della provincia di Verona, abbiamo dunque esplorato, con il marmo, il concetto di leggerezza.
Marmo made in Incalmi: l’esempio delle lampade Nemesi e Nomos

L’intuizione è stata quella di contraddire la natura della materia. Il marmo è un materiale pesante, statuario. Nel design, il marmo è generalmente usato in appoggio, se non proprio come base. Basti pensare all’iconica lampada Arco di Achille e Pier Giacomo Castiglioni, la cui bellezza sta proprio nel contrasto tra la massiccia base in marmo di Carrara e il leggerissimo stelo in acciaio, che crea uno scenografico arco. Nella nostra lampada Nemesi, è l’elemento sospeso a essere in marmo. La lampada è infatti costituita da un unico pezzo di marmo nero marquina, lavorato al tornio per ospitare un elemento in ottone a forma di V. Più classico il design della lampada Nomos, dove il marmo è usato per la base a ruota, lavorata con un motivo a gradini ispirato a Carlo Scarpa. In questo caso la difficoltà è tutta nella lavorazione, perché il travertino a poro aperto è un materiale molto fragile, che tende a sbriciolarsi; d’altra parte, è proprio nel mettere alla prova il materiale che si esprime l’anima di Incalmi.
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